CALL OUT organizzazioni TERF di Torino

Lo scopo è la pubblicazione agli occhi di tuttɜ di un call out, perché è l’unico strumento rimastoci di fronte ad un muro che non vuole decostruirsi quindi saremo noi ad abbatterlo.

È responsabilità collettiva, di persone trans, non binarie, donne e uomini cis usare la propria voce per denunciare, soprattutto chi ha dei privilegi deve usarli al servizio di chi viene silenziatə.

Chiediamo una scusa pubblica sulle pagine social sopra menzionate, la modifica di ogni pubblicazione che utilizza la terminologia transfobica “donne*”, dove non è possibile va cancellato il tutto. La cancellazione della pagina Comune Alba Rossa in quanto gruppo di TERF.

NON andate a molestare l3 compagn3 trans chiedendo di parlare, di incontarsi, di sapere chi ha raccolto le testimonianze. Siamo comunità unita e che vuole restare in anonimato a causa delle VOSTRE violenze e silenziamenti commessi quando di persona le critiche sono state portate.


Perchè lo strumento del Call Out?

Vogliamo riappropriarci dello strumento dell'”Call Out” e toglierlo dall’assorbimento della “cancel culture”. Non vogliamo che nessuna di queste persone TERF venga “cancellata” dal movimento, anzi, è responsabilità collettiva (anche delle persone cis) non restare in silenzio quando violenze transfobiche vengono messe in atto, la lotta non si può delegare alle categorie interessate.

Il Call Out nasce come strumento femminista quando le strade del dialogo sono state percorse ma senza risultati, non vogliamo una diffamazione pubblica ma un modo per far prendere coscienza dell’agire violento. Noi alle punte e assemblee per parlare della transfobia delle organizzazioni menzionate sopra abbiamo partecipato, l’abbiamo detto esplicitamente e con indicazioni chiare cosa stanno facendo, criticato le violenze commesse anche parlando direttamente con la/e persona/e (quasi sempre donna cis).

Abbiamo alzato la voce dicendo che è responsabilità anche loro essere alleate e quindi non aspettare che siamo noi a dover sempre criticare ed avere solo questo ruolo nel movimento.

Da più di 1 anno queste organizzazioni operano indisturbate e senza alcun cambiamento evidente, mai si sono scusate. Pertanto abbiamo deciso di usare il Call Out, che non arriva come un fulmine a ciel sereno ma un tuono nella tempesta che infuria da mesi.


Giustizia trasformativa non punitiva

La società opera seguendo il sistema punitivo-carcerario: chi commette un errore va punitx, isolatx, denigratx. Lo sappiamo bene noi della comunità trans+ con l3 nostr3 compagn3 migranti e sex workers che quasi sempre finiscono nelle carceri, e all’inizio della nostra esistenza “travestirsi” era reato.

Vogliamo essere radicali e cambiamento, vogliamo trasformare sì anche le TERF, che devono decostruirsi e comprendere la violenza da loro commessa, come stanno facendo il gioco del sistema. In un mondo dove il governo statunitense cancella le attiviste Trans+ dei moti di Stonewall, il movimento torinese è il suo specchio quando ci dice che siamo “donne*” con l’asterisco.

Abbiamo combattuto per anni, persone sono morte, per poter avere un nome, e non saranno delle donne cis a cancellarci nuovamente.

La responsabilità è collettiva, anche degli uomini cis. Relegare a noi e basta la lotta alla violenza transfobica (e non) è l’ennesima scusa che gli uomini cis cercano per ignorare l’ennesimo problema. Bisogna che tutt3, cis e non, usino le loro posizioni di privilegio per essere megafono delle soggettività oppresse e marginalizzate. Noi non siamo tutt3 palestinesi eppure lottiamo per la Palestina libera.

La responsabilità è collettiva perchè se tutte le parole testimoniate sotto sono state pronunciate serenamente, pubblicamente e da più persone, è perchè in questa città c’è un clima che lo permette, non l’ha mai criticato e agito di conseguenza. Se Torino fosse davvero TRANSfemminista non saremmo qui.

La presenza di così tante persone TERF è sintomo di una comunità che non si decostruisce, non ascolta, non si mette mai in dubbio. Queste sono le testimonianze di alcune organizzazioni, ma non le uniche. La transfobia è un problema della società, le persone “compagne” non sono immuni ad una narrazione mediatica che cancella sistematicamente le soggettività trans+ e non binarie.


TESTIMONIANZE

Queste sono alcune delle testimonianze raccolte di transfobia (e perchè no anche un briciolo di abilismo). Non abbiamo potuto inserirle tutte perchè alcune sono molto personali e rischierebbero di compromettere l’anonimato dell3 nostr3 compagn3 trans+.



















CONCLUSIONI

Queste sono solo alcune delle testimonianze che si possono divulgare, moltre altre violenze sono state commesse ma per rispetto della sicurezza dell3 compagn3 trans+ non verranno divulgate.

Useremo tutti gli strumenti possibili per rendere Torino davvero TRANSfemminista.

Per essere trans+ non serve un perché, non lasciamo che delle bulle TERF ci delegittimino perché esitiamo davanti ad una domanda come questa. 

Per altre testimonianze potete scriverci alla mail rabbiatrans.to@hacari.net