Il 16 giugno Malormone ci ha invitato nello studio di Radio Blackout per rispondere a delle domande scottanti.
Per rendere la trasmissione accessibile ci siamo impegnat3 a trascrivere quanto detto, non sarà tutto coerente ma vogliamo un po’ preservare il bello di una intervista a voce e non leggendo delle battute già scritte.
Per ascoltare il podcast con anche gli intermezzi musicali (e, per le TERF, impegnarvi a riconoscere le nostre voci per continuare la campagna di diffamazione) questo è il link!
Abbiamo diviso in colori chi sta parlando, ecco l’agenda:
SBROK
TEKNADELLEWINX
CAOS
BUTTER
24:09 – 29:57
è qua che ci rifacciamo la messa in piega all’odio grazie a questo graditissimo ritorno di Teknadellewinx che si pronuncia tutto attaccato Teknadellewinx ospite buonasera Teknadellewinx
buonasera
che bello che bello averti fra noi qua a Malormone, do il benvenuto invece a Caos
buonasera
ciao ciao Caos ciao a te, anche a Butter
bonasera
buonasera buonasera a voi a questa puntata che appunto dopo gli scivolosi giorni di festival di Radio Blackout per fortuna ci fa qualcun altr, siete per fortuna qui a lavorare al posto nostro e appunto si pregia delle presenza di queste tre gradit ospiti che fanno parte del giro rabbia trans. Cos’è questa Rabbia Trans car Butter.
allora il Rabbia Trans inizialmente era un giro di compagnu trans* della città di Torino che ad una certa si è guardata in faccia e ha detto ma dobbiamo fare qualcosa perchè ci sono un po’ troppe TERF in questa città, e allora abbiamo detto beh cosa possiamo fare?
dammi giusto la modalità, l’ho fatto tantissime volte come dire pregio di essere la didascalia, e traduco l’acronimo “TERF” come Trans Exclusionary Radical Feminist anche se avrei da ridire su alcune parole contenute in questo acronimo ovvero “femministe” radicali trans escludenti, ovvero quel gruppo di donne sedicenti femministe che decidono per qualche motivo che le persone trans* nei loro collettivi non ci stanno, non le vogliamo manco vedere.
Allora ci stanno troppe TERF a Torino, azzo e io mica lo sapevo.
In realtà è una cosa che è stata molto voluta da parte appunto di queste TERF di cercare di nascondere il loro essere TERF alle persone che si avvicinando alla militanza, loro fanno le cape della rivoluzione della democrazia dimenticandosi appunto del fatto che c’è una categoria di persone che stanno volutamente escludendo, sui cui stanno agendo violenza e non vogliono rendere conto e ancora adesso non ne stanno rendendo conto e ignorano completamente le nostre voci e tutto quello che abbiamo cercato di fare per fargli capire che sono delle TERF, essenzialmente.
Ecco oh bene e glie lo dite in faccia, e quindi vi siete diciamo ritrovat con comune denominatore odio rabbia frustrazione.
Rabbia trans. Dovevamo fare una mail per aprire il noblogs e allora ho detto “qual è la cosa più banale che può essere anche compresa, unire le persone e di facile traduzione anche per chi magari non è nel giro militante” ed è appunto rabbia trans Torino. Semplice diretto.
La roba è scoppiata dopo quando all’ennesimo aperitivo una persona ci ha raccontato di frasi violente dette da delle persone TERF e allora abbiamo detto basta, son due un anno e mezzo – due che continuiamo a dire a queste TERF che stanno sbagliando, la violenza si inasprisce… ceh basta, abbiamo una comunità a Torino, abbiamo degli strumenti che sappiamo usare e allora riprendiamoci noi in mano la città e diciamo noi le cose come stanno.
Daje forte Butter, sì Caos…
Allora io parlerò senza cuffie premetto quindi non sentirò bene cosa dirò ma lo dirò lo stesso perchè a me piace punk: ci tenevo a specificare una cosa perchè sono queste TERF continuano a frequentare spazi che si dicono transfemministi però come al solito il primo pezzo se lo dimenticano, trans*, e puntualmente noi persone trans* che attraversiamo quegli spazi ci rendiamo conto che siamo sempre una minoranza che non viene ascoltata e che si dice transfemminismo ma si parla solo di donne cis tendenzialmente. E quindi la nostra cosa è sempre dire che esistiamo comunque buongiorno ci siamo anche noi e quindi niente ricordare che noi esistiamo e che la nostra lotta è fica quanto la loro.
Se non un po’ più figa visto che includiamo più persone e non facciamo il binarismo, le divisioni binariste.
E voilà, c’è sicuramente una moltiplicazione della figaggine data dalla legge dei grandi numeri e dalla insomma dalla fantasia, e dalla euforia di genere e dalla rabbia che a questo punto introdurrei grazie ad un prezzolato artista di cui magari ci vuoi parlare Teknadellewinx.
[…]
40:33 – 49:45
[…] vabbè comunque eravamo stavamo facendo un discorso col il giro le persone di rabbia trans la rabbia delle trans. Succede che ad un certo punto su questo noblogs è uscito un pezzo e nella fattispecie un pezzo di callout. Allora io appunto che sono la didascalia, ma in questo caso passo la palla, voglio chiedere a te Caos cos’è un callout e perchè avete deciso di usare questo strumento.
Allora un callout è un termine inglese, che ci sta lingua coloniale comunque ricordo anche oggi, è una “chiamata verso il fuori” ovvero: evidentemente all’interno di certe comunità succedono delle cose e a volte è necessario che queste cose escano fuori, le persone le sappiano e ci ragionino sopra sostanzialmente mi viene da dire, poi ovviamente se le mie ame vogliono aggiungere lascerò loro fare le loro aggiunte. Perchè abbiamo scelto il callout? Non è lo strumento perfetto lo sappiamo, siamo consapevoli che ha i suoi limiti, detto ciò dopo un anno e mezzo quasi due anni di noi che proviamo a parlare con queste persone in vari momenti in varie occasioni in varie modalità in assemblea, momenti informali e non, ci siamo dett3 okay basta è appunto necessario che non siano solo le solite chiacchiere di cose che si sanno ma non si possono dire ad alta voce perchè sennò chissà cosa succede, bisogna recuperare appunto un po’ il potere che stiamo lasciando il potere alle TERF e bisogna parlarne ovunque sostanzialmente.
C’è da dire nella fattispecie i callout solitamente si fanno facendo nomi e cognomi, cose specifiche in questo caso mentre adesso questa cosa non è successa, avete citato dei gruppi politici molto identificabili ma appunto è una sorta di callout diverso di quelli che si fanno di solito, mi viene da pensare ma magari mi sbaglio, di solito i callout quelli più classici lo fanno per denunciare delle molestie o in questo caso si tratta anche in buona parte di molestia ma anche secondo me soprattutto un richiamo alla responsabilità politica collettiva.
Collettiva perchè anche lì, perchè poi vabbè sicuramente ne parleremo meglio più avanti, però se tu giustifichi o comunque difendi la tua amica che ha detto la cosa transfobica amo per me tu sei complice tanto quanto la tua amica che ha detto quella cosa transfobica, e quindi ovviamente per noi è importante che le persone singole lo riconoscano ma appunto se tu fai parte di quella collettività, la tua collettività transfobica, non mi importa se tu non lo sei di per sè, perchè poi comunque stiamo parlando di persone che noi abbiamo conosciuto e abbiamo avuto dei rapporti anche piuttosto stretti con queste persone, quindi magari lo sappiamo chi sono e come sono fatte, però amo sei complice mi dispiace dirlo, te lo devi accollare semplicemente.
Vabbè io come ho detto questo articolo uscito su rabbiatrans.noblogs.org l’ho letto e quindi so più o meno di cosa parlate però se potete riassumerci più o meno quello che c’è scritto: nel senso avete detto prima è ora di basta con le TERF che dicono il cazzo che vogliono nei collettivi, ma nella fattispecie si parla di azioni, dichiarazioni transfobiche se non erro, e trans-escludenti ovviamente.
Allora sì essenzialmente ripetiamo i loro grandissimi nomi di queste organizzazioni anche se “eh ma non siamo noi” allora sono: Defend Kurdistan Torino, Comune Alba Rossa soprannominata da noi Comune delle donne TERF, la Comune Lorenzo Orsetti che prima era Intifada Serildhan Torino perchè è stata creata durante l’intifada nelle università di Torino, insieme alla intifada palestinese hanno creato la pagina social separatista loro, poi siamo noi le merde che usano i social ricordiamoci
Ah già giusto giusto che c’è sempre l’accusa di instagrammizzazione della lotta.
Sì che usiamo gli strumenti del potere.
A cui io sono un pochino d’accordo.
Sì sicuramente è un discorso molto profondo però come viene strumentalizzato da queste organizzazioni ignora molta profondità e anche il privilegio che hanno. Come abbiamo scritto nell’ultimo articolo è un privilegio poter uscire di casa e avere una città attiva mentre molte persone soprattutto nelle province, soprattutto persone trans* di provincia, hanno come unico strumento di conoscenza del sè l’internet, perchè ovviamente la società soprattutto nei paeselli cerca di opprimerti. nasconderti.
L’hai detto perfettamente senza peli sulla lingua. Tornando a noi sì…
Tornando a noi appunto queste organizzazioni. che però appunto continuano a rimbalzarsi la palla dicendo che eh no è un argomento solo di una organizzazione eh ma no è un’altra. una assemblea cittadina che però poi è composta solo da gente della Comune. quindi stiamo ancora aspettando che diventi effettivamente una assemblea cittadina.
Sì sono comunque appunto quasi due anni che hanno detto in maniera molto sfacciata tutta una serie di dichiarazioni apertamente transfobiche. che per tutela di chi ci ascolta non ripeteremo appunto sul noblogs c’è il primissimo articolo che è proprio chiamato “callout alle organizzazioni terf di Torino” dove sono riportate le testimonianze, ma quelle più palesi perchè poi sono state selezionate quelle appunto più palesi che magari una persona alle prime armi con la transfobia può capire che c’è qualcosa di profondamente sbagliato, le testimonianze che abbiamo raccolto sono tantissime di ogni tipo di ogni sfaccettatura e alcune anche non le abbiamo condivise per rispettare l’anonimato di chi le ha condivise con noi, perchè un altro strumento che queste organizzazioni utilizzano è continuamente delegittimare la nostra esistenza e quando parliamo delegittimare la nostra voce, ma siamo noi che non capiamo niente, dobbiamo stare umili noi.
Okay mamma mia, siamo a questi livelli. Va bene dopo questo callout è seguita una risposta di alcune, un paio di brutte risposte. Perchè così brutte cosa è successo?
Allora partiamo dalle risposte quelle brutte perchè poi in realtà abbiamo ricevuto anche risposte molto molto belle. La risposta più brutta è stata dopo 1 mese e 1 una settimana più o meno dalla stessa Comune Alba Rossa rimarcando la loro volontà di tenere l’argomento separato solo per le loro donne, noi mettiamo tra parentesi cis, dove appunto hanno iniziato spiegandoci che siamo in un clima di terza guerra mondiale, un PDF di 3 pagine che ci siamo divertitu molto ad analizzare riga per riga (“analisi del testo“), dove essenzialmente non entrano nel merito di niente delle violenze che abbiamo riportato e parlano semplicemente di essere di un’altra ideologia, come se la nostra esistenza il nostro essere trans* fosse una semplice questione di idee diverse quando in realtà no: è un dato oggettivo che le persone trans* esistono, bisogna rispettare la nostra esistenza e smettere di sovradeterminarci e chiamarci donne con l’asterisco, perchè comunque ci sono tante persone che da anni lottano per sia essere riconosciute come donne e sia per non essere più riconosciute come donne quindi è proprio una mancanza di consapevolezza, di rispetto, di riconoscimento delle lotte rivoluzionare.
Certo certo sono assolutamente d’accordo tra l’altro le diciture usate da appunto in queste risposte anche su alcune diciture che usate voi poi magari ricorreremo dopo […]
01:01:54 – 01:09:43
[…] Allora torniamo a bomba su appunto il callout e le relative risposte: volevo farvi questa domanda perchè appunto nelle risposte si è incontrato più volte questo termine donna seguito da asterisco, donna con l’asterisco per le amiche in ascolto lo diremo così tutto il tempo […] e appunto nella poi contro-risposta avete rimarcato di fatto questa dicitura come qualcosa di irritante quanto meno, perchè per come secondo voi, come queste persone TERF declinano donna con l’asterisco e perchè fa schifo.
La nostra deduzione è che indichi forse chiunque abbia subito misoginia nella vita? Chi lo sa, è un po’ un dubbio su che cosa significhi perchè loro evidentemente lo vedono come un modo per essere inclusive, per dire che non solo le donne cis sono apprezzate, possono andare ai cerchi non misti a tutte le robe non miste che fanno, poi boh una persona trans lo sa che se metti il termine donne seguito da un asterisco lo sa che non sei inclusiva perchè stai solo usando il termine donna e tante persone non si riconoscono nel termine donna, ed essere semplicemente quel asterisco è un po’ triste comunque, siamo un po’ più di un asterisco per quanto ci riguarda semplicemente.
Ma poi soprattutto un conto è se ci fossero dei fatti che esplicitano l’interessarsi alle persone trans, se poi i campeggi sono sempre divisi un uomo-donna tu puoi mettermi l’asterisco però è semplicemente performativo, cos altro è.
Un asterisco performativo mi piace questa cosa bello, bello anche il fatto che la caratteristica comune che dovrebbero avere le persone donna con l’asterisco sia la misoginia, praticamente una categoria di persone accomunate dal dolore e dalla appunto esclusione e dalla violenza. Cazzo davvero dobbiamo riconoscerci tramite la violenza agita da altru, magari ecco ri-impoderiamoci in qualche altro modo ecco.
Comunque di fatto sì donna e poi questo asterisco buchettino del culo come vogliamo declinarlo, che loro stanno usando in questo caso per agire grammaticalmente una violenza.
Sì anche lì come se la comunità frocia trans non fossero anni che sforna nuovi termini, si evolve cercando appunto di essere il più inclusiva possibile, anche lì noi glie l’abbiamo detto anche in faccia personalmente, come si diceva prima in molte occasioni, poi non ci hanno mai chiesto come vorremmo essere chiamatu, come effettivamente a noi fa piacere essere inclusu eccetera. Quindi buongiorno noi esistiamo potete parlarci l’abbiamo detto per un anno e mezzo due anni però qua nessuno ci ha mai chiesto niente.
Buongiornissimo caffè appunto care TERF all’ascolto, ma tra l’altro appunto adesso ho detto la tipica frase memabile del boomer buongiornissimo caffè ma queste persone tipo… ma quanti anni hanno, c’è una generazione, perchè tutte queste cose mi fanno pensare di femminismo separatista degli anni 70, sono ancora lì ste vecchie a rompe el cazzo?
Ma in realtà no: sono anche persone universitarie, persone universitarie di 23 anni, non so 20 qualcosa anni, persone che non mi aspetterei.
Comunque a parte questa gratuita vecchiofobia che comunque mi rivendico […], invece voi contrapponete, usate questo altro termine trans con un più + alla fine, appunto tutte le volte io sono un po’, nel senso, accolgo con curiosità e con voglia di conoscenza apertura tutte le volte che la comunità trans* si autodetermina in un certo modo. Appunto trans con un più o con un asterisco alla fine non mi capita molto di trovare in giro, perchè questa scelta?
Allora non sempre tutte le persone trans* sono d’accordo su come chiamare la propria comunità e se esiste questa comunità unita quindi è solo un modo dei tanti possibili, non è per forza quello più giusto, secondo me trans-più o trans-asterisco può voler dire semplicemente le persone trans, le persone in questioning, che vuol dire le persone che si fanno delle domande sul loro genere che quindi magari ancora non si definiscono trans ma lo faranno, poi anche magari le persone non binarie che non si definiscono trans, insomma ci sono tanti modi diversi di viversi la non cis-situdine. Quindi quello, penso che sia importante anche ricordare le varie sfaccettature.
Ci sta ci sta, molto bene, sì io stesso molto spesso me lo chiedo, spero di non essere cis-sessuale come Giovanardi per dire o Salvini però contemporaneamente non posso, credo, riesco a definirmi trans in un certo senso ma appunto aperto, non penso di riuscire ad essere incluso in questo ma comunque “filotrans”.
Non so se avete qualcos’altro da dire rispetto alle grammatiche.
Io forse qualcosina sì riprendendo quello che diceva teknadellewink: ma semplicemente che loro, poi purtroppo ovviamente anche lì sono solo loro sia nel movimento sia nel mondo in generale? L’idea, la visione che si ha delle persone trans che loro poi in particolare hanno: che le persone trans sono solo quelle che provano disforia di genere, come si diceva prima quindi tutta quella visione del dolore, che hanno un interesse a fare delle transizioni. poi anche lì che cosa vuol dire transizione è un tema che ci siamo postu anche noi, però comunque che hanno un interesse a prendere gli ormoni, a fare appunto delle operazioni chirurgiche quando semplicemente non è così: è uno spettro non è una cosa ???, lo spettro del gender siamo sempre noi qua presenti a girare per le strade di questo cazzo di mondo.
Bene benissimo, meno male che questo spettro riesce anche ad impugnare i microfoni di radio Blackout […].
01:20:00 – 01:31:50
Torniamo con Butter che magari risponde a queste domande che ho pensato qua nel mio cervelletto spero di non coglierti così di sorpresa visto che noi non ce le prepariamo prima le domande, non si fa e noi diciamo solo la vera verità.
Allora a me pare comunque di capire attraverso le risposte di questi collettivi sedicenti no, sedicenti niente, sono TERF che si occupano per lo più di Kurdistan e comunismo e confederazionalismo democratico quella roba là; che ci siano delle pratiche di infantilizzazione e gaslighting nei vostri confronti, siete d’accordo e quali sono nello specifico queste pratiche ecco.
Allora il gaslighting è forse lo strumento con cui abbiamo a che fare dal momento in cui abbiamo iniziato a criticare queste persone. Il gaslighting è essenzialmente farti credere che tu stai sbagliando, tu stai pensando male e la colpa è tua, è uno strumento per diciamo spostare, non mi piace dire colpa però non ho un’altra parola comunque, la responsabilità del proprio agire violento sulla persona che l’ha vissuta la violenza e fargli credere che questa persona è appunto sbagliata, togliersi appunto la responsabilità del proprio agire violento, negare il proprio agire violento, e convincere il mondo esterno che si è innocenti non si è fatto nulla di male facendo questa forte manipolazione psicologica, perchè appunto forse la parte fondamentale di quello che fa la Comune Alba Rossa è rigirare tanto le parole e farci questi enormi pipponi sul fatto che loro hanno ragione, loro non stanno sbagliando e siamo noi persone sceme che non capiscono la loro ideologia.
E alla fine ricordare Ocalan, lo vogliamo a piede libero anche noi ricordiamo.
Una cosa profondamente sbagliata è pensare che noi non siamo solidali al popolo kurdo quando non è assolutamente vero: noi stiamo criticando come l’organizzazione sta strumentalizzando un popolo per portare avanti una narrazione transfobica ma noi non è assolutamente vero che non siamo solidali al popolo kurdo e contro il genocidio del popolo kurdo, l’abbiamo sempre messo in chiaro però… ERDOGAN ASSASSINO.
Lo ripetiamo sempre e continueremo sempre a ripeterlo nonostante la violenza di quello che fanno le associazioni di Torino, ma non solo di Torino ci sono arrivate tante tante testimonianze dal resto d’Italia di come le organizzazioni apoiste riproducono violenza.
Organizzazioni apoiste sarebbe dire?
Possiamo spiegare la parola apoista, perchè vabbè penso sia così apo vuol dire zio in kurdo e apo zio sarebbe Ocalan, l’apo è Ocalan quindi se segui […]
Non ho fatto le lezioni di kurdo quindi non posso essere al 100% sicuro, non ho fatto i loro campeggi, però se non ricordo male re apo cioè Ocalan […] apoista significa che segui Ocalan.
Poi ovviamente come tutte le ideologie sono tanto profonde eccetera ma non siamo qui per parlare di apoismo, siamo qua per parlare di TERF.
Del gaslighting: parlerò del gaslighting degli ultimi due mesi perchè così facciamo prima, oltre al gaslighting c’è stata la caccia alla strega trans: chi ha osato alzare la voce e raccontare le violenze che ha vissuto, chi ha organizzato tutto il callout tutto quanto, e prontamente si sono messe non tanto a riflettere su “abbiamo detto delle robe veramente gravi”, ma “chi è che ha detto che siamo state noi”, si sono messe appunto queste TERF a riconoscere chi ha lasciato la propria testimonianza nel primo articolo, alcune [persone] sono state riconosciute e in particolare parlo della testimonianza raccontata da questa persona trans dove mezza in lacrime la Comune continuava ad insistere che dobbiamo essere noi umili e che comunque hanno ragione ad avere le loro ideologie transfobiche eccetera, la forma di gaslighting che hanno agito è stato subito dopo il primo callout e ci hanno raccontato che è stata questa persona trans a non aver capito il discorso: che si stava parlando di altro e “che io comunque questa ragazza [della Comune] la conosco da tanto tempo non è transfobica non lo farebbe mai”
Ma saremmo noi a decidere quando una violenza è violenza ed è transfobica e soprattutto, ma ci sentiamo bene noi: se mi stai facendo il pippone che devo essere umile e devo accettare il fatto che tu non mi consideri una persona trans valida perchè sono frutto del capitalismo non devo essere io umile e tu sei una persona transfobica.
Bella sta cosa del frutto del capitalismo è un reframe davvero irritante.
E ne sono ancora molto convinte anche nel resto d’Italia di questa cosa, non è una particolarità solo di Torino ma ci sono state appunto raccontate che anche altre declinazioni della rete apoista nel resto d’Italia sono fermamente convinte che l’essere trans è frutto del capitalismo.
Okay, invece la transfobia tutto apposto.
No visto che siamo frutto del colonialismo facciamo schifo.
Poi l’infantilizzazione che agiscono è appunto da un lato pensare che siamo persone sceme e loro, dall’alto della loro grande rivoluzione, devono insegnarci che noi dobbiamo accettare che facciamo parte della categoria sociale di donne, quindi dobbiamo continuare ad ascoltare i loro pipponi sul fatto che comunque loro ci stanno includendo, nonostante noi gli diciamo che non è vero non ci stanno includendo, che la terminologia donne asterisco la consideriamo transfobica e violenta e che tutte quante le cose che continuano a fare, il binarismo eccetera è violenza, ma siamo noi che non capiamo, siamo noi persone sceme.
E dall’altro lato anche loro cercano continuamente di de-responsabilizzarsi da queste responsabilità delle violenze transfobiche che commettono perchè, loro appunto si mettono costantemente in autocritica, che comunque ci va tempo per decostruirsi da un sistema che insegna la transfobia ma anche il razzismo, l’abilismo, classismo e tutte queste cose brutte, allo stesso tempo noi vogliamo chiedere… quanto bisogna decostruirsi, quanto bisogna impegnarsi per rendersi conto che dire certe cose è profondamente sbagliato ed è palesemente transfobico e una violenza, ci vanno veramente 2 anni dove “ma noi ci autocritichiamo” per rendersi conto che vi state solo lavando la coscienza con queste finte autocritiche, perchè poi uscite e non cambiate niente, anzi, quando è il momento di effettivamente chiedere scusa e prendere atto della violenza commessa invece si sposta il discorso sul fatto che, appunto anche qua gaslighting e delegittimazione, siamo noi che usiamo gli strumenti del potere come i social per parlarne e che in realtà è solo “ideologie diverse” ripeto non è vero: essere trans non è una ideologia ma un dato oggettivo, che bisogna collaborare insieme nonostante loro agiscano violenza lo vedo difficile come possiamo collaborare.
Quando era effettivamente il momento di riconoscere la violenza commessa è stato fatto tutt’altro: siamo statu infantilizzatu anche qua facendoci un grande pippone su siamo in un clima di terza guerra mondiale, non lo sappiamo noi che siamo, assieme alle persone razzializzate e disabili, tra le categorie più prese di mira dai Sistemi, ma no no siamo noi persone sceme che non capiscono niente.
Faccio menzione d’onore al fatto che hanno anche detto che [noi] siamo degli uomini cis che hanno organizzato tutto.
Oddio no aspetta un attimo questa me l’ero persa cosa cazzo sta succedendo.
Appunto oltre alla caccia alla strega trans di chi ha osato raccogliere le testimonianze, è stato detto che sono due uomini cis che l’hanno organizzato il callout. Da un lato questo evidenzia come queste persone non abbiano contatto con la comunità queer di Torino perchè non so… non penso la comunità queer di Torino avrebbe permesso a degli uomini cis etero di appropriarsi della nostra battaglia e della nostra identità, ma a parte quello, anche qua è un continuo ignorare che tu comunque hai commesso della violenza, detto delle cose estremamente gravi.
Certo non un passo indietro, non dire quella parola brutta con la S…
Se l’hanno detto degli uomini cis etero non è vero non abbiamo commessa questa violenza perchè nella loro ottica, da come abbiamo potuto vedere da azioni oggettive, per loro gli uomini cis etero non possono permettersi di criticare delle donne perchè altrimenti è una scusa per agire violenza su delle donne e approfittarsene dei loro errori.
Però sicuramente hanno manipolato voi.
Ma noi siamo scemu dobbiamo capire che loro hanno ragione, e che stanno lottando anche per noi,nel negare la nostra esistenza.
Benissimo benissimo assolutamente coerente. Qualcun altru vuole aggiungere qualcosa?
E’ che ci sarebbe talmente tanto da dire su certe cose che si può andare avanti tutta la notte per quanto mi riguarda.
01:45:01 – 01:50:50
Torniamo qua in studio con rabbia trans, com’è il futuro, è tipo fucsia. Cosa ci sarà in futuro.
Rosso come la rabbia. Allora rabbia trans non vuole essere un collettivo, una assemblea, una organizzazione, ce ne sono già abbastanza a Torino ed è meglio concentrarsi su quello che già c’è, migliorarlo e lottare insieme. Però comunque abbiamo fatto un grande impegno ad aprire sia una mail indipendente sia a metter sù proprio il noblogs, e quindi rabbia trans vuole essere una piattaforma: una piattaforma solo per persone trans* che se vogliono esprimersi possono farlo appunto attraverso questo strumento, che comunque ha girato: il primo post ha superato le 40.000 visualizzazioni, e quindi chi vuole esprimersi, chi ha bisogno di scrivere a delle persone, chi ha anche solo due righe che vuole buttare mettere e far girare per il mondo può contattarci; chi ci scrive su Instagram riceverà un bellissimo messaggio automatico del fatto che non guardiamo i social perchè siamo solo due persone a seguire Instagram, ma in realtà noi leggiamo e diamo assoluta priorità a tutte le persone trans* che ci scrivono.
Quindi niente vuole essere una piattaforma per alzare la nostra voce e riprenderci degli spazi, che per quanto siano virtuali con tutte le loro criticità, è giusto che ce li riprendiamo. E’ uno spazio aperto, moderiamo i contenuti al limite per evitare roba razzista classista e queste cose qua, però lo spazio è assolutamente libero.
Ogni tanto magari organizzeremo una assemblea perchè boh ci sta vedersi e magari ci sta organizzarsi contro altre persone TERF ma non solo, non vogliamo ridurre la nostra esistenza alla lotta contro le persone TERF, noi siamo molto di più di insegnanti contro la transfobia, siamo anche persone che fanno le rivoluzioni ed è giusto che organizziamo la nostra rivoluzione.
Oddio come dicevo prima ci sarebbero veramente tante cose da dire su questi temi, più che altro perchè forse il mio appello è il fatto che in questa callout sono state nominate delle organizzazioni precise, ma io vorrei dire attenzione a tutte le realtà di Torino, perchè la transfobia è veramente dilagante e ci rendiamo conto con il passare del tempo che purtroppo è un problema dilagante che viene ignorato, perchè appunto c’è una infantilizzazione senza fine per cui quello è sempre l’ultimo dei problemi, l’ultima cosa di cui parlare, l’ultimo punto all’ordine del giorno che poi non viene mai trattato, e quindi si rimanda sempre, ci sono sempre cose più importanti di cui parlare, che va bene che siamo in una fase di terza guerra mondiale come ci insegnano le TERF.
I problemi sono ben altri perchè non è che anche noi dobbiamo lavorare, pagare un affitto, studiare, dovere stare in quel posto di merda che è l’università.
Forse questo potrebbe essere il mio contributo al momento.
Mentre le persone trans* vengono comunque rese l’ultimo punto dell’OdG poi è molto in voga parlare di transfemminismo però sempre in un modo che spesso mi pare appunto performativo come dicevamo prima quindi sì, il mio appello è di approfondire cosa significa transfemminismo, approfondite nell’uso.
La perfomassero la transizione invece. […]
Io come al solito voglio salutare l3 am3 che ci sostengono sempre, l3 am3 trans ma anche le ame cis perchè ci sono anche loro comunque che ci sono tante ame cis che ci sostengono e voglio ringraziarle per portarmi fiducia nel loro genere come si suol dire.
Bella cis ame, bella trans am3.
Resistete e combatteremo le TERF insieme le distruggeremo, insieme al capitalismo e al colonialismo.
La fine? NO
Ci abbiamo messo i nostri tempi a fare la trascrizione, consigliamo comunque di ascoltare il podcast sia per le scelte musicali sia (rivolto alle nostre TERF) divertirvi ad identificare le nostre voci (per continuare la vostra diffamazione).
Compagn3 trans+ fatevi sentire, commentate, condividete, siate scomod3, mandate i nostri articoli nelle vostre chat di collettivo. Unitevi, collettivizzate, mandateci articoli, pensieri, glitter.
P.S. questo articolo esce durante il Festival Dell’Alta Felicità: lottate anche per l3 compagn3 trans+ che non possono esserci, parlare con lu vicinu di tenda, e rendete la lotta NO TAV sempre più intersezionale.